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L' ok della Sovrintendenza al recupero delle Colonie Padane costruite nel 1938 è senza dubbio positiva, specie se sarà conservata la impronta di Carlo Gaudenzi che - ricorda in SIUSA Teresa Fraboli - negli anni Trenta, influenzato dalle forme razionaliste e futuriste, è impegnato nella edificazione di numerose colonie elioterapiche: alla colonia di Forte dei Marmi per i figli degli operai dell'industria, positivamente ricordata da Giuseppe Pagano su "Casabella" (1935), alla quale fanno seguito le colonie di Palazzo Pignano, Castelleone, Rivarolo del Re, Vescovato e Cremona (dal 1936 al 1938).
Nella struttura Carlo Gaudenzi richiama vistosamente l'impronta del trasatlantico Rex, vanto navale del fascismo.
In questa pagina il passaggio dalla prima colonia elioterapica alle Colonie "Roberto Farinacci, fino allo stato odierno con il progetto dello studio Arkpabi.Poi la documentazione dwllo stato di abbndono, infine il fallimento della Giuntas Perri - Malvezzi prima della proposta Arvedi, Una notevolissima documentazione con numerose immagini inedite.
Altri cenni sullle colonie padane: http://arretrato3.vascellocr.it/web-content/rivistacremonaok/pages/Untitled04.htm
Zanoni evitò il rischio della privatizzazioneVorrei aggiungere anch'io qualche nota alle più recenti memorie relative al parco ex Colonie Padane. Michele De Crecchio |
Carissimo Antonio,
non ho resistito all'impulso di esprimerTi un vivo apprezzamento per il dossier pubblicato dal Vascello in merito al recupero delle Colonie Padane. Si tratta di una pubblicazione bellissima ed interessantissima per chi riesce ancora a guardare al presente/futuro nella consapevolezza del passato.
Capisco che non ci sono più i soldi. Ma mi domando spesso, guardando le vestigia (molte in rovina), chi sia stato il genio del male che ha orientato le amministrazioni locali verso la dismissione delle Colonie fluviali e verso la loro distruzione.
Le Colonie di Cremona storicamente costituiscono una evidente traccia di continuità nell'azione amministrativa: pensate dalla prima amministrazione socialista del 1914, sono state riprese dal "ventennio" e sono state prorogate dalle amministrazioni democratiche del secondo dopoguerra. L'encomiabile istituzione fu subito al centro della prima Giunta Zanoni che nel 1970, al suo insediamento, la acquisì dall'Ente Colonie Padane e la pose al centro di un significativo recupero.
In tempi in cui parlare di ripristinare cancellate ai giardini di Piazza Roma ti consegna alla pubblica gogna del politicamente corretto, si dovrebbe sapere che, invece, la giunta Zanoni saggiamente collocò cancellate perimetrali a protezione del parco. L'idea era quella di ripristinare, in termini generici, un servizio pubblico o parapubblico di accoglienza per il periodo estivo. L'Ente Colonie nel frattempo si era volatizzato ed il Comune escluse tassativamente di farsene carico in forma diretta.
La prima Giunta Zaffanella, se non ricordo male, pensava di affidara in gestione ai Sindacati; in modo che ne uscisse una sorta di Baldesio degli inabbienti. Ma anche i Sindacati, in un'epoca in cui tutti d'estate correvano a Rimini, passarono dalla freddezza al rifiuto.
Le Colonie divennero la location delle feste popolari e, più tardi, sciaguratamente il night affidato ad una convenzione non esattamente trasparente. L'assunzione in carico da parte del "Cavaliere" scrive una bella pagina civile da ogni punto di vista.
Chi parla con competenza, come fai Tu, dell'argomento e del problema fa un positivo servizio alla cultura. Personalmente ne sono positivamente attratto e spero che il recupero costituisca un importante tassello della "rigenerazione" (nei fatti e non nelle chiacchere dei pifferai) della nostra Città.
Dall'approfondito dossier che hai pubblicato mi pare di aver colto che il "fagiolone" posto nel cortile/anfiteatro verrà esso stesso recuperato. Faccio presente che si tratta di una superfettazione realizzata, se non ricordo male, nell'estate del 1970 (credo senza delibera e senza stanziamento) nell'intento di fornire la piscina alla canottieri dei poveri.
Dov'era la Sovrintendenza? La realizzazione del fagiolone non dette luogo ad utilizzo come ipotizzata piscina e si barcamenò tra l'inutilità e la funzione di stagno, più o meno decoroso e manutenuto. La realizzazione procurò, oltre che una manomissione del progetto di Gaudenzi, anche una vistosa ferita nel complesso strutturale. Furono, infatti, tranciati gli impianti elettrici ed idrici che erano alimentati e collegati dalla centralina posta al limitare del Parco a confine con il campeggio.
Forse non ricordo completamente tutto e dovrei verificare documentalmente questa versione. Ma avendo passato quasi vent'anni ad organizzare feste dell'Avanti sobno abbastanza sicuro della mia versione. Ho girato i miei ricordi ad un amico informatissimo delle vicende di Cremona. Enrico Vidali
Caro Antonio, condivido le parole d'apprezzamento di Enrico Vidali sul servizio del Vascello sulle Colonie Padane, che hanno voluto sottolineare la continuità storica dell'umanesimo cremonese sviluppatosi per un secolo al di là degli steccati politici. A partire dall'azione della prima amministrazione socialista del 1914, continuata in epoca littoria, per essere ripresa dalla giunta Zanoni ed oggi rinnovata con generosità dal mecenatismo della Fondazione Arvedi-Buschini. Questa è la via. Agostino Melega
Le Colonie Padane verranno restaurate e rivalorizzate. La Sovrintendenza ha dato l'ok, i lavori termineranno entro il 30 aprile 2017. L'intervento è finanziato dalla Fondazione Arvedi-Buschini e si inserisce in una apposita convenzione che verrà firmata tra il Comune di Cremona e la stessa Fondazione, che ha espresso la volontà di recuperare l'edificio comunale delle Colonie Padane e di rivalorizzare il parco circostante al fine di riportare tutto il comparto alla sua funzione originaria attraverso la creazione nello spazio pubblico di un centro ludico ricreativo per la stagione estiva. La Giunta, nella seduta di mercoledì 1 giugno, ha approvato il progetto di fattibilità.
Lo scopo sociale dell’iniziativa è di offrire la possibilità alle famiglie della città di accedere a spazi per lo svago e relax. Il parco sarà valorizzato e rifunzionalizzato secondo questo principio e tutte le nuove installazioni collocate al piano terra, oltre ad essere rapidamente rimovibili saranno realizzate con materiali atti a resistere nel tempo alle eventuali esondazioni del fiume e con manutenzioni minime. Il progetto porta la firma dello Studio Arkpabi.
L'edificio verrà interamente restaurato e consolidato secondo le recenti normative in materia antisismica tenendo alla base di tutte le scelte progettuali i criteri di compatibilità, di riconoscibilità, di reversibilità e di scelte materiche coerenti con gli ambienti.
Tutte le funzioni originali saranno confermate: al piano terra, nelle ali laterali verranno recuperati i servizi igienici con i relativi spogliatoi, mentre nel corpo centrale verrà realizzato un bar/tavola calda ottenuto mediante la rimozione di alcune pareti perimetrali al fine di ottenere uno spazio permeabile in grado di dialogare con il resto del piano terra: parco e porticati creando un contatto continuo e diretto tra interno ed esterno.
Il primo piano sarà riqualificato mediante l’eliminazione di tutte le superfetazioni esterne, il ripristino dei servizi igienici presenti e la liberazione degli spazi da tutte le tramezzature recenti al fine di ottenere un grande open space: una spazio affascinante e flessibile, totalmente immerso nel verde ed in grado di ospitare attività varie e molteplici utilizzi.
Il progetto prevede anche la riqualificazione dell'intero parco, ma senza modificarne l'impianto originale che è in stretto rapporto con l'edificio. Lo sviluppo radiale delle alberature ed i percorsi dialogano infatti con il corpo di fabbrica e le nuove attività inserite si attesteranno sui percorsi esistenti valorizzandoli.
Verranno inserite nuove funzioni e recuperate tutte quelle originariamente presenti: le piscine per i bambini verranno riportate al loro stato originale ed i relativi colonnati saranno adeguatamente restaurati, mentre nei pressi dell'arco (anch'esso oggetto di restauro) si insedieranno la zona solarium e lo spazio concerti.
Nell'area nord ovest troverà posto - sotto il boschetto di Tilia cordata - un'area mini-golf con 9 buche, poco distante l'area bocce con campi regolamentari, elementi di seduta e zona ristoro. Nella zona sud-est del parco sarà realizzato un percorso vita caratterizzato da 20 stazioni dedicate all'esercizio fisico ed un'ampia area gioco per i bimbi.
Una volta terminati i lavori, l’edificio sarà riconsegnato al Comune.
"Una bella notizia per la città per la quale ringraziamo il Cavaliere Arvedi - il commento del Sindaco del Comune di Cremona Gianluca Galimberti e dell'Assessore all'Area Vasta e alla Casa con delega al Patrimonio Andrea Virgilio - In una sinergia positiva tra pubblico e privato, con l'impegno fondamentale e imprescindibile della Fondazione Arvedi e Buschini, Cremona tra un anno potrà riavere finalmente uno spazio storico, in una posizione strategica, completamente riqualificato e rivalorizzato. L'impegno del Comune è quello di affiancare il privato nei lavori e di pensare già alla destinazione degli spazi interni ed esterni affinché questo patrimonio pubblico una volta rivalorizzato dal punto di vista strutturale possa essere animato e vissuto dai cittadini cremonesi".
“La decisione di realizzare questo intervento e donarlo alla città trae origine dalla volontà di offrire una centro di ritrovo e svago alle famiglie, ai bambini, agli anziani che non hanno la possibilità economica per frequentare Circoli ed Associazioni private - spiega il Cavaliere Giovanni Arvedi - Le “nuove” Colonie Padane saranno, infatti, un centro moderno ed attrezzato per i giochi, lo svago, per socializzare. E’ altresì l’occasione per recuperare un edificio storico della città con il suo splendido parco, in un vasto contesto di particolare pregio ambientale lungo il Po, che potrà così tornare a nuova vita ed essere restituito alla piena fruibilità da parte dei cremonesi”.
Giovanni Carnovali detto il Piccio morto di amore per il Po fa da quinta finora sconcertato alla facciata ovest delle colonie padane, così simile a tristi di luoghi di contenzione, alle occhiaie vuote e dolenti delle baracche dei campi di concentamento. Colonie Padane come Mathausen, dunque, nella foto di Antonio Leoni © . Va notato che anche il monumento di Ercole Priori al Piccio riesce a farsi vedere soltanto perché alcuni studenti volonterosi, come scrisse a suo tempo Il Vascello, lo hanno liberato dalle sterpaglie che lo circondavano ed invadevano anche la fontana, ridotta a un rubinetto rivolto all'insù. Un disinteresse totale, insomma, che umilia Cremona. Da qui un forte richiamo di Legambiente.
L'anfitetro che si apre di prospettiva verso il grande parco delel colonie padane, tutto in pessime condizioni e per di più alterato dalle superfetazioni installate dal locale Il Coloniale contro la quali si era espressa anche la sovrintendeza ai monumenti. Ma passata la festa , gabbato lo santo e le sovrapposizioni per le esigenze del locale pubblico del tutto indifferente al resto delle condizioni della Colonia Padane sono ripparse anche più imponenti e insultanti, come si vede in dettaglio nella foto sotto a sinistra.
L'inattendibile bando emesso dal vice sindaco Malvezzi per la privatizzazione della Colonia Roberto Farinacci e del relativo parco, il più bello, il più storico ed il meno tutelato parco della città ebbe come prodotto il fallimento annunciato (vedi archivio) dal Vascello sin dalla prima ora, valutando la pochezza delle idee, delle proposte e persino dei ritorni ipotizzati dalla amministrazione comunale in una festosa conferenza stampa, presenti tuti gli orgogliosi inventori dell'uovo di Colombo.
Nonostante i tre mesi di proroga, non gimunse altra proposta dall'unico interessato all'area, il titolare del dancing Coloniale Luciano Zanchi che aveva trovato un'unica idea per mettere mano alla struttura: farne una Las Vegas del Gioco di azzardo.Per mandare picco definitivo le tasche degli ultimi improvvidi cremonesi. I turisti, meglio non parlarne, pericolo di infiltrazione mafiosa a parte. Meno male che sia pure a malincuore Malvezzi ha avuto il suo sussulto ed ha negato l'autorizzazione.
Con la caduta delle prospettive del Parco, con l'altra furbata iconoclasta di Malvezzi volta a cancellare l'idea dell'ostello e a disperdere la relativa spesa già effettuata e stornata proprio dalle Colonie, oltre 500 mila euro (per concedere l'autorizazione all'ostello a un bugigattolo in via Brescia), si prospettava anche la fine dell'appendice del grande parco, il camping. Ecco gli effetti della politica turistica testimoniata dai dati in caduta verticale di luglio e di agosto quando una qualche proposta che avesse dignità e competenza autentica sfruttando tutta la suggestione della riva al Po avrebbe potuto temperare il timore della calura e portare persino qualche straniero in più sotto le fresche frasche. Si pensi ai tedeschi che accolgono i turisti in villeggiatura nella Ruhr e persino sulle rive del Canale del Meno (e non parliamo di quel che accade sul Danubio , sulla Mosella o sul Reno). Non c'è Paese più abile nel disperdere i vantaggi del proprio patrimonio come l'Italia dove Cremona, nel suo piccolo, fa anche in questo settore tutta la sua parte.
Ma L'Italia può vantare sulla Germania anche qualche altro primato. Il bel quadro è completato da una ulteriore notizia. L'ammontare del premio di risultato 2011 corrisposto ai due messimi dirigenti del Comune di Cremona dai quali possiamo immaginare sia passata anche la proposta per le Colonie Padane è di 27 mila euro, oltre 50 milioni delle vecchie lire per il mega direttore generale Massimo Placchi
(foto Antonio Leoni ©)
Escluse quelle citate dall'autore dell'intervento le immagini delle Colonia Padane e di alcuni aspetti significativi del loro degrado sono di Antonio Leoni ©
In apertura di pagina alcune immagine storiche delle Colonie allora Roberto Farinacci al momento della inaugurazione, pubblicate sulla rivista Cremona e riprodotte nel servizio sulla storica pubblicazione culturale realizzato da Gianfranco Taglietti per Il Vascello nel 2004 . Molte immagini d'epoca sono di Ernesto Fazioli.